La pendola simpatetica di Breguet: probabilmente l'orologio più complicato al mondo
Ecco l’orologio probabilmente più complicato al mondo. Anzi, la coppia di orologi.
Questa è la Pendule Sympathique (pendola simpatetica, ovvero sincronizzata) realizzata da Abraham-Louis Breguet per il Duca D’Orléan. Si tratta di un complesso meccanismo attraverso il quale l’orologio a pendolo ricarica e sincronizza l’orologio da tasca che può essere ospitato nella sommità della cassa.
Lo stesso Breguet spiegò così al figlio il fascino di questa invenzione: “Ogni notte, prima di coricarti, inserisci l’orologio da tasca nel suo alloggio sopra la pendola. Al mattino, o anche solo dopo un’ora, sarà carico ed esattamente allineato all’orario della pendola”. Il tutto, ovviamente, attraverso il solo ausilio di un meccanismo meccanico, peraltro invisibile.
L’orologio a pendolo è dotato di una ripetizione a quarti e del meccanismo simpatetico con tre cavi che risalgono fino al supporto per l’orologio; la cassa riccamente decorata è rivestita con guscio di tartaruga. L’orologio da tasca invece è dotato di un meccanismo di ripetizione a mezzi quarti (suona quindi ogni 7 minuti e mezzo), e di un accesso invisibile al meccanismo di sincronizzazione.
Sono pochi gli esemplari che Breguet produsse durante la sua vita. I più famosi esemplari, oltre a quello destinato al Duca D’Orlean, furono quelle per il Sultano Mahmud II (1784-1839), conservata al Museo del Palazzo Topkapı a Istanbul, per la famiglia reale Inglese, ancora oggi facente parte della collezione di S.M. la Regina Elisabetta, e quella realizzata per il Re di Francia Louis-Philippe, la più sobria fra quelle realizzate.
Fu questa per Breguet una invenzione nella quale ripose molte speranze, per via del fatto che rispondeva ad esigenze reali e pratiche degli utilizzatori di orologi da tasca, che non solo dovevano essere quotidianamente ricaricati, ma anche sincronizzati con orologi maggiormente precisi. Una invenzione che riprese, oltre un secolo e mezzo dopo, un altro abile orologiaio che si presentava sulla scena dell’orologeria moderna: F. P. Journe.