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Controllare l'ora al buio, senza disturbare con i meccanismi di ripetizione: per questo Breguet inventò l'orologio tattile (montre à tact)

E’ notte. L’energia elettrica ancora non è nelle case, e la luce si può accendere solamente con il fuoco di una candela o di un camino. Gli agiati signori di una volta, per controllare l’ora in cui erano rientrati a casa, magari di nascosto, o per capire a quante ore di veglia li avesse costretti l’insonnia, avevano a disposizione solamente i (pregiati ma) poco discreti orologi con ripetizione, che avrebbero suonato, su richiesta, ore, quarti e, nei migliori casi, anche i minuti. Era segnale di maleducazione anche mostrarsi al proprio ospite, nel salotto della sua casa, estrarre l’orologi dal taschino dando l’impressione di attendere il momento per poter dare il commiato. Nel buio del teatro il problema era ancora più evidente, perché era di gran disturbo, e decisamente di cattivo gusto, interrompere lo svolgimento dell’opera con l’attivazione dei meccanismi di ripetizione.

Il geniale orologiaio Breguet a trovò una soluzione a queste problematiche sociali dei suoi clienti nell’orologio tattile (montre a tact), che permetteva di controllare l’ora senza tirar fuori l’orologio dalla tasca e senza l’emissione di alcun suono. Questa invenzione fu molto popolare fra gli aristocratici dell’epoca, che apprezzarono la possibilità di “sentire” l’ora attraverso il rilievo di una grande freccia incisa sullo sportello esterno dell’orologio.  Un meccanismo inserito sotto lo sportello permetteva alla freccia esterna di ruotare in senso antiorario finchè non arrivasse alla posizione corrispondente a quella della lancetta delle ore sul quadrante interno dell’orologio. Una serie di sporgenze o tacche sul profilo esterno della cassa, in corrispondenza delle ore, facilitavano la lettura al tatto dell’ora indicata dalla grande freccia… evitando così di apparire stanchi o annoiati di fronte al proprio ospite tirando fuori l’orologio dalla tasca.

La praticità di utilizzo di questi orologi li rese  di gran voga nel XIX secolo, anche per via della semplicità di costruzione che ne permetteva l’acquisto più spensierato rispetto ai più complicati e costosissimi orologi con ripetizione.

Questi orologi presero il nome di “orologi da notte”, e si rivelarono anche strumenti utili per i non vedenti, o per i non udenti, ai quali neanche le ripetizioni erano di alcuna utilità. A tutti gli effetti, questi orologi sono precursori dell’orologio con sistema brail, che permette ai non vedenti l’apertura del vetro per toccare le lancette e controllare l’ora.

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