Premio Hausmann & Co.-Patek Philippe 2017: tutti i corti in gara per la V edizione del premio

Nel 2017, il Premio Hausmann & Co.-Patek Philippe si focalizza sul cinema, la più contemporanea delle arti.

Il sostegno al Centro Sperimentale di Cinematografia, istituzione storica e prestigiosa in Italia ma anche a livello europeo, data la lunga storia e i prestigiosi personaggi che vi sono stati formati, ha portato alla creazione di un bando di concorso dedicato ai giovani registi che frequentano il Centro nelle diverse sedi italiane.

Un premio in denaro, pari a €6.000, è il riconoscimento per il miglior corto presentato sul tema “Il tempo e il cinema”, che unisce le due anime dietro al concorso. Oltre a questo premio, tre orologi Hausmann & Co. sono il premio per i tre attori più talentuosi del Centro Sperimentale, e 18 borse di studio del valore di €1.500 ciascuna, sono state assegnate a tutti gli studenti talentuosi che sono emersi nelle molteplici discipline dedicate al cinema: sceneggiatori, operatori di montaggio, del suono, ecc.

Il concorso ha visto una ampia partecipazione di giovani registi: ben 12 corti sono stati consegnati alla Giuria, composta da rappresentanze del Centro Sperimentale di Cinematografia, della stampa e di Hausmann & Co. e Patek Philippe.

Diverse e variegate sono state le interpretazioni del tema, motivo per il quale ci teniamo a dare la giusta visibilità a tutti i lavori presentati. Buona visione!

Il vincitore del Premio Hausmann & Co. – Patek Philippe 2017

Ephemeral” è il corto vincitore, firmato dai registi Matteo Trincanato, Guido Pedroni, Bejna Hoxha e Alessandro Marin, allievi del Centro Sperimentale Cinematografia.

I quattro giovani registi insieme hanno ideato, scritto, diretto e montato il cortometraggio. Con l’interpretazione di Claudio Savina, “Ephemeral” è una riflessione sulla necessità di tornare a godere della bellezza della caducità e dell’effimero, cosa che si rischia di perdere in un mondo che tende da sempre alla ricerca dell’immortalità ed alla vittoria sul Tempo. Ed ha convinto la Giuria per l’originalità dell’interpretazione del tema, oltre che per la qualità della realizzazione del cortometraggio.

Gli altri cortometraggi in concorso

Vi proponiamo tutti gli altri corti presentati, volendo celebrare l’impegno e l’originalità di ciascuna interpretazione.

DA GRANDE, di Lorenzo Bagnatori

L’emulazione, chiave per la crescita. Ma anche nostalgia, di un padre impegnato per lavoro. E’ con queste premesse che l’orologio, contenitore del tempo per eccellenza, diviene simbolo di vicinanza e complicità.

5/75, di Stefano Malchiodi

Il giovane regista Stefano Malchiodi ha sfruttato il tempo disponibile per mostrare l’effetto della storia sul volto dei suoi, involontari, protagonisti. Una guerra lunga come quella del Vietnam, durata 20 anni, è responsabile dei segni sul volto e delle cicatrici sul corpo, visibili forse meglio proprio quando la guerra è finita, il 30 aprile del 1975. Quindi, dal maggio del 1975.

CUNTA L’ORE, di Giorgia Spinelli

Con il sottofondo di una canzone della tradizione popolare italiana cantanta da Matteo Salvatore, un minuto diventa intenso e ferma il tempo nella frenesia di un mercato rionale, in una ambientazione ricca, verace e calda tipica da Italia meridionale. Un “per sempre” amaro, un sogno interrotto dal ticchettìo di un orologio, e dal luccicare di un diamante.

IL GIUSTO MOMENTO NEL TEMPO, di Gino Palummo

Due epoche che si incontrano, nelle pieghe del tempo. Un libro e un walkman, simboli degli anni ’80 ormai sostituiti dagli smarphone, con gli auricolari al posto delle cuffie. Un attimo fuggevole di consapevolezza, che sembra una illusione. Questa la bella ed originale interpretazione del tema “Il Cinema e il Tempo” da parte di Gino Palummo, che ha diretto Alessandro Petrungaro e Nicol Bonetti. Il giovane regista ha curato direttamente la scrittura, la musica e il montaggio del video, con il supporto di Emilia Petrungaro in qualità di Assistente alla Regia.

PRENDITI IL TEMPO, di Pier Lorenzo Pisano

Un corto con una ambientazione fra il reale e il fantastico, nella ricostruzione artigianale e miniaturizzata di un castello. Una passeggiata notturna di un uomo solitario, un po’ Charlot, un po’ uomo dei nostri tempi, con la 24 ore in mano.

FRAMES OF TIME, di Alessandro Padovani

Con “Frames of Time”,  il regista vuole mandare il messaggio dell’importanza di vivere la vita, senza indugiare nei ricordi. Perchè “il ricordo migliore è quello ancora da girare”.

IL FIUME, di Riccardo Campagna

L’interpretazione del giovane regista del tema “Il Tempo e il Cinema” per il bando “Il Valore del Tempo” è una toccante rappresentazione dell’intensità degli ultimi secondi di una vita, dedicati alla gioia degli affetti più cari.

IL NINFEO, di Giorgio Santise

Su ideazione e regia di Giorgio Santise, allievo della sede de L’Aquila del Centro Sperimentale di Cinematografia, l’attrice Francesca Riso aspetta il passare del tempo segnato dalle bolle d’ossigeno di un sub, dalle onde del mare, dalla conservazione in mare dei tesori di altre epoche.

IL TEMPO E’ TUTTO, di Fabio Fasullo

In 90 secondi, il regista Fabio Fusillo, allievo della sede dell’Aquila del Centro Sperimentale di Cinematografia, sintetizza cosa vuol dire fare l’orologiaio a L’Aquila. “Il tempo è tutto” per l’orologiaio Antonio Marchitelli, che continua a svolgere il suo lavoro, dopo il terremoto, nel suo laboratorio ambulante. Oltre ai complimenti a Fabio Fusillo, cogliamo l’occasione per esprimere solidarietà al collega, espressione di una realtà sfortunata ma caparbia e intraprendente.

IL VALORE DEL TEMPO

Il Tempo nella percezione comune. Attraverso età, classi sociali, contesti diversi. Questa l’interpretazione del tema “Il Tempo e il Cinema” offerta dal giovane regista, allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia presso la sede de L’Aquila.

THE VALUE OF TIME

Il cortometraggio interpreta il tempo come una corsa, per la vittoria, per la vita. Una elaborazione nel solco della tradizione del tema assegnato per il concorso “Il Tempo e il Cinema”.

ART TAKES TIME, di Domenico Croce

Il regista Domenico Croce ha rappresentato la continuità del tempo con lo strumento che lo simboleggia per eccellenza: l’orologio. Un orologio di un’altra epoca, che continua a segnare il tempo nei camerini di un teatro, seguendo le generazioni di attori che si susseguono. Il corto è interpretato da Miriam Cappa, nel ruolo di Norma, ed ha coinvolto una folta troupe di professionalità, fra i quali Tindaro Trimarchi nel ruolo di Produttore, Lorenzo Bagnatori e Domenico Croce in qualità di sceneggiatori.

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